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Botticelli e l'arte in Italia

Botticelli storia

Botticelli fu uno dei più grandi interpreti della stagione del Rinascimento italiano. Dopo aver completato la sua formazione come orafo intraprese l’apprendistato con Filippo Lippi, famoso per la sua capacità di ritrarre le più espressive interazioni tra i personaggi e per l’utilizzo di dettagli decorativi ereditati dal periodo tardo gotico. Botticelli fu influenzato anche da Antonio Pollaiolo che modellava i suoi personaggi partendo da una muscolatura ben definita. Botticelli è un talento molto precoce, già a 26 anni si mette in proprio aprendo una bottega tutta sua negli anni Settanta del Quattrocento si avvicina ai Principi dell’Accademia neoplatonica, istituzione fondata da Cosimo de’ Medici l’Accademia giocherà un ruolo chiave nel definire la filosofia rinascimentale con la riscoperta degli autori del mondo classico della mitologia greca e di una rinnovata concezione dell’uomo posto nuovamente al centro dell’universo. L’adesione al classicismo insieme alle sue indubbie qualità artistiche permette a Sandro Botticelli di essere ammesso alla corte di Lorenzo il Magnifico che gli commissiona varie opere. Negli anni Ottanta del Quattrocento Botticelli dipinge i suoi capolavori più noti: La Primavera e La Nascita Di Venere

La vita di Sandro Botticelli cambia bruscamente con la caduta dei Medici e l’ascesa al potere del Frate Girolamo Savonarola, nel 1494 l’artista mette da parte i soggetti mitologici per dedicarsi all’arte sacra. Negli ultimi anni di vita Botticelli cadde in disgrazia, le sue opere perdono valore, surclassate da quelle di Michelangelo e Leonardo che paiono assolutamente innovative e rivoluzionarie per l’epoca. Muore nel 1510 isolato e in povertà, i suoi lavori furono completamente dimenticati per oltre 3 secoli per essere poi riscoperti solo nell’Ottocento.

La nascita di Venere

La Nascita Di Venere è un dipinto meraviglioso, l’opera viene commissionata a Botticelli da Lorenzo il Magnifico. Secondo il mito Venere era stata concepita quando il titano Crono aveva evirato suo padre il dio Urano e ne aveva gettato i genitali in mare fecondando le acque.  Nell’opera viene ritratto il momento in cui, dopo essere emersa dal mare su di una conchiglia, la dea arriva sulle spiagge di Cipro. A sinistra vediamo il vento Zefiro che stringe a sé la Ninfa Clori e spinge Venere con il suo soffio verso la terraferma dove, ad attenderla, c’è un’altra Ninfa pronta coprirne le nudità con una veste decorata di boccioli in fiore.

La postura di Venere si rifà alla statuaria classica che nella Firenze del tempo riscuoteva un grande successo, l’eleganza della figura concepita da Botticelli incarna magistralmente l’ideale della Bellezza femminile che Venere rappresenta, la nudità della dea vuole essere un esaltazione della bellezza classica e nello stesso tempo della purezza dell’anima, le forme precise e ben delineate sono messe in risalto dai colori chiari dell’incarnato e offrono della dea un’immagine è statuaria è pura. Nonostante le proporzioni del corpo abbiano qualche rapporto modificato come ad esempio collo e braccio sinistro troppo lunghi Venere è una figura di straordinaria bellezza osservate la pelle delicata i morbidi ricci fluttuanti, la Dea ci viene incontro sulla sua conchiglia dorata il vento soffia su di lei delle rose e i boccioli di arancio alle sue spalle sono screziati d’oro non c’è da stupirsi che questo sia considerato il più importante dipinto di nudo dall’antichità classica. Una curiosità: non ci sono prove che il pittore fiorentino si sia ispirato alla bellezza di Simonetta Vespucci la donna amata da Giuliano de’ medici, celebrata da tutta Firenze per la sua bellezza, i confronti con presunti ritratti sembrerebbero però positivi.

INSEGNANTE NORA CLAUDIA

Insegnante bilingue di italiano e spagnolo che da molti anni vive in Italia. Ama la cultura e l'arte di questo paese che trasmette a tutti i suoi studenti. Attualmente abita nella regione Marche che descrive con passione nel suo profilo Instagram.